Un nuovo passo verso una maggiore trasparenza nel mondo della gioielleria è stato fatto ieri con l’annuncio di Tiffany & Co. Il noto marchio newyorkese ha infatti comunicato che inizierà a fornire ai propri clienti informazioni sulla provenienza dei propri diamanti. In più, entro il 2020, fornirà anche informazioni sul processo artigianale. «I diamanti si sono formati 3 miliardi di anni fa e sono affiorati sulla superficie terrestre per un miracolo della natura. Simboleggiano i momenti più importanti delle nostre vite e, quando si parla di diamanti Tiffany, tutto deve essere chiaro – ha affermato Alessandro Bogliolo, Chief Executive Officer di Tiffany & Co. – I nostri clienti vogliono e meritano di conoscere la provenienza dei loro preziosissimi e amatissimi gioielli con diamanti e di sapere come sono giunti fino a noi». Il progetto, denominato Diamond Source, è il risultato di venti anni di investimenti, mappature e lavorazioni artigianali che hanno permesso di tracciare tutti i diamanti registrati singolarmente grazie a un numero di serie unico T&Co. inciso a laser e non visibile a occhio nudo che fornirà al cliente tutte le informazioni sulla pietra. Circa l’80-90% di queste pietre proviene da miniere gestite in modo responsabile in Botswana, Canada, Namibia, Russia e Sudafrica. Per la percentuale rimanente i fornitori rispettano il Protocollo di Garanzia Diamond Source di Tiffany & Co. che garantisce che l’estrazione di tali diamanti non sia il risultato di abusi dei diritti umani. Le informazioni di provenienza saranno consultabili negli espositori Love & Engagement dei negozi Tiffany & Co. di tutto il mondo.