Paese strategico per la gioielleria mondiale (e quindi anche italiana) grazie alla ricchezza delle sue risorse gemmifere, tra le quali rubini e zaffiri di alta qualità, il Myanmar desta ancora qualche perplessità sulla trasparenza dei processi produttivi, sulle condizioni di lavoro e di sostenibilità ambientale. Per accertarsi che siano rispettate le normative internazionali in materia, ma anche per rispondere all’interesse di Aung San Suu Kyi per la tradizione del vetro soffiato, Guido Damiani (presidente del Gruppo Damiani che possiede anche lo storico marchio di vetri artistici Venini) è volato nella ex Birmania accompagnato dalla senatrice e amica Albertina Soliani, già presidente dell’associazione parlamentare per le relazioni Italia-Myanmar.
L’incontro tra l’imprenditore italiano e il Consigliere di Stato e ministro degli affari esteri del Myanmar, la donna che nel 1991 ha ricevuto il premio Nobel per la pace, è avvenuto in casa della stessa e ha generato un significativo proposito di collaborazione tra le istituzioni birmane e il Gruppo valenzano. Guido Damiani ha avuto la possibilità, davvero esclusiva, di visitare le miniere della zona di Mogok, per «assicurarmi in prima persona – ha affermato – dell’eticità delle nostre creazioni e per valutare più concretamente l’ipotesi di incrementare gli acquisti di pietre preziose provenienti da quest’area per contribuire ad accelerare la crescita dell’economia locale».
«Il governo birmano – ha continuato Guido Damiani – è sensibile a queste tematiche e altrettanto favorevole ad avviare cooperazioni con realtà internazionali che abbiano una visione etica come quella del gruppo Damiani. Le istituzioni locali hanno avviato una politica di sostentamento che prevede la condivisione di una parte dei ricavi dalla vendita di gemme con i minatori stessi, così come l’investimento di percentuali delle vendite nel miglioramento della vita dei cittadini, attraverso progetti di infrastrutture e scuole».