Il settore orafo-argentiero-gioielliero italiano nel primo trimestre del 2018 ha riscontrato un aumento di export e import rispetto allo scorso anno. È quanto emerge dal recente analisi congiunturale realizzata dal Centro Studi di Confindustria Moda su dai Istat.
Secondo quanto riportato dallo studio, da gennaio a marzo 2018 l’export ha segnato +3,3% e l’import +1,4%. L’aumento è segnalato soprattutto nel settore oreficeria/gioielleria in oro le cui vendite all’estero raggiungono circa 1,3 miliardi di euro. In flessione risultano, invece, la gioielleria in argento e in metallo placcato. Segno positivo anche per le esportazioni di prodotti in metallo prezioso (+12,1%) e con perle (+55,2%). Un calo è riscontrato, invece, per bigiotteria (-2,4%) e cinturini in metalli preziosi (-17,3%). Le principali aree di destinazione sono Svizzera, Stati Uniti e Francia a cui si aggiungono Turchia e Regno Unito; in calo Hong Kong ed Emirati Arabi. Sul front import, crescono Svizzera e Germania e arretrano Francia e Cina. Secondo quanto riportato dal report, in merito ai principali distretti orafi, flette l’export di Arezzo (-2,6%) e Vicenza (-3,8%) e aumentano i flussi da Milano (+3,4%).
Per Ivana Ciabatti, Presidente di Confindustria Federorafi, «i dati confermano il sentiment degli operatori rispetto ai mercati di riferimento con in aggiunta le preoccupazioni riguardanti lo spostamento di parte del business verso la Turchia in quanto paese produttore molto spregiudicato e dove il Governo locale adotta politiche di attrazione e di incentivo molto aggressive. Molto positiva la conferma delle buone performance del mercato USA dove da due anni le politiche di sostegno delle nostre esportazioni messe a punto da Federorafi con l’Agenzia ITA/ICE attraverso gli accordi con la GdO USA stanno danno i loro frutti: 12 accordi con la GdO con oltre 480 imprese coinvolte. Speriamo che le politiche protezionistiche di Trump e quelle di ribilanciamento dell’UE, che noi non condividiamo, non avviino una pericolosa escalation! Per i prossimi mesi confidiamo in un consolidamento del mercato USA, in una ripresa degli EAU e in nuove interessanti opportunità in Cina alla luce delle forti riduzioni dei dazi che dal 1 luglio sono entrate in vigore e che quindi dovrebbero incentivare le nostre esportazioni dirette verso il paese asiatico. Stiamo infine monitorando con attenzione l’evolversi della situazione in alcune aree di grande potenziale nel medio termine come l’Africa (Nigeria in primis) mentre con l’Agenzia ITA/ICE stiamo avviando un progetto ad hoc per rilanciare il nostro export verso il Giappone in vista delle Olimpiadi del 2020 e dell’accordo di libero scambio (dazi zero) con l’UE che entrerà in vigore nel 2019. Insomma, un cauto ottimismo sui mesi a venire nella speranza che le tensioni internazionali non aumentino e che il nostro nuovo Governo prosegua nelle azioni di sostegno del Made in Italy trasformandole da straordinarie in ordinarie».