Com’era nella previsione elaborata da ASI nel mese scorso, le esportazioni di gioielleria in novembre 2016 hanno recuperato un +7,8% rispetto al corrispondente mese di un anno prima. Anche per dicembre 2016 la previsione indica un ulteriore recupero, sia pure parziale.
Peraltro, nel complesso dei primi 11 mesi 2016 (a causa della prolungata contrazione della domanda mondiale di gioielleria) l’export italiano – pur rimanendo la forza trainante del comparto – si è ridotto (in termini nominali) del -6,3% rispetto a un anno prima. Un calo che però ingloba anche una parte dell’inflazione delle materie prime preziose denominate in euro. In termini reali – al netto quindi dei rialzi dei prezzi impliciti – si stima una flessione dell’ordine di grandezza del -9%
L’arretramento dell’export (in valore) nei primi 11 mesi 2016 è da attribuire prevalentemente ai cali degli acquisti dei principali paesi importatori: Svizzera -8,6%; Emirati Arabi -17,9%; Cina+Hong Kong -14,5%; Francia -14,3%; Turchia -4,3%. Per contro, continuano a recuperare le vendite negli Stati Uniti +9,4%; nel Regno Unito +4,9%; Giordania +8,8%; Israele +23,2%; Sud Africa +27,9%. Relativa stazionarietà per Germania e Spagna.
L’arretramento delle vendite italiane all’estero risente – com’è noto – della prolungata fase di stallo dell’economia di importanti contesti economici internazionali. Stallo che ha penalizzato numerosi comparti dell’attività reale, compresa l’industria della gioielleria. La recente pubblicazione del World Gold Council riporta la durata e l’intensità del calo della domanda orafa mondiale. Per l’intero 2016 è stato rilevato un ulteriore arretramento (in quantità) del -14,5% rispetto a un anno prima, che fa seguito al -2,7% del 2015 e al -7,2% del 2014. Per il 2016 il WGC indica arretramenti quasi generalizzati nei vari paesi: Egitto -33,4%; India -22,3%; Arabia Saudita -18,8%; Turchia -18,4%; Russia -17,8%; Cina+Hong Kong -16,6%; Emirati Arabi -16,3%.
Il ricordato peggioramento dei contesti economici internazionali si è accompagnato con un cambiamento delle connotazioni della globalizzazione presso importanti zone geo politiche. In particolare, le economie occidentali – salve alcune eccezioni – arrancano e tendono a chiudersi a riccio. E’ sempre più chiaro che la globalizzazione stia sfuggendo di mano all’Occidente. Mentre si pongono nuovi players soprattutto nel lontano oriente.
Quanto all’economia interna, la Banca d’Italia ha di recente analizzato alcuni fattori critici. Fattori che possono rallentare il consolidamento della ripresa dell’economia italiana. Tra gli altri: limitata produttività, protezionismo, crisi delle banche, rialzo dello spread. Tutto ciò – com’è stato ricordato in precedenti note – ha accresciuto le differenze tra le classi sociali. In particolare, è stato colpito finanziariamente il ceto medio, che è il “cliente” di base della gioielleria.
In attesa della regolamentazione delle attività dei “compro oro” (sempre annunciata e sempre rinviata), le esportazioni italiane di metalli preziosi hanno segnato nuova vitalità. Secondo le rilevazioni Istat, nel semestre giugno-novembre 2016 sono più che raddoppiate in quantità rispetto al corrispondente semestre di un anno prima (a fronte di un calo delle importazioni del -10%. Sempre in quantità).
Franco Marchesini
Nella foto in apertura: lavorazione gioielli Annamaria Cammilli