La Commissione per il Mercato Interno del Parlamento Europeo ha approvato ieri a larga maggioranza un “pacchetto” sulla sicurezza e la salute dei prodotti che, nel suo articolo 7, prevede l’obbligo dell’etichetta di origine dei prodotti, in pratica la tanto sospirata tutela del “Made in”, fortemente voluto dall’Italia e da sempre osteggiata dai Paesi del Nordeuropa. Grande soddisfazione per questo primo passo – la legge deve ora passare al Consiglio per essere calendarizzata al Parlamento Europeo – è stata espressa da Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Europea con delega all’Industria, Lina Ferrarini, presidente del Comitato Tecnico di Confindustria per la tutela del “made in”, e Valeria Fedeli (PD), vice presidente del Senato. Il testo dell’articolo 7 del Regolamento sulla Sicurezza e la Salute dei prodotti prevede quanto segue: “1) I fabbricanti e gli importatori appongono sui prodotti un’indicazione del Paese d’origine del prodotto o, se le dimensioni o la natura del prodotto non lo consentono, tale indicazione è apposta sull’imballaggio o su un documento di accompagnamento del prodotto. 2) Al fine di determinare il Paese d’origine di cui al paragrafo 1, si applicano le regole d’origine non preferenziali di cui agli articoli da 23 a 25 del regolamento (CEE) n. 2913/92 del Consiglio, del 12 Ottobre 1992, che istituisce un codice doganale comunitario. 3) Se il Paese d’origine di cui al paragrafo 2 è uno Stato membro dell’Unione, i fabbricanti e gli importatori possono fare riferimento all’Unione o a un determinato Stato membro.